Diversità è partecipazione

È difficile essere un uomo, soprattutto se sei una donna.

Cominciamo dagli uomini (vi prego, non scappate che ce n’è pure per noi donne): semplici come la tabellina del del cinque, a loro basta una birra, una partita di calcio e, se trovano il tempo, si fanno anche una bella scopata. Sapete che c’è? Io li invidio tantissimo, perché…

Le donne: complicate, machiavelliche, esagerate, isteriche, sensibili, romantiche, affabili, irruente, stupide, sincere, riflessive, impulsive, aggressive, e mi fermo qui. Una miriade di sinonimi e contrari convivono nella stessa donna, impegnati nell’eterna lotta tra giusto e sbagliato, tra bene e male, tra amore e odio, e si nutrono delle lacrime e delle risate, della gioia e dei dolori, dei sorrisi e dei bronci. Siamo dei rebus senza soluzione, equazioni impossibili da risolvere, quesiti a cui nessuno sa dare risposta, ma siamo anche multifunzionali, abbiamo la straordinaria capacità di coordinare tutte le attività quotidiane senza lamentarci e svolgiamo tutti i ruoli che la vita assegna. Ma siamo pesanti, per natura complichiamo le cose (è più forte di noi); se una cosa è accessibile, ci insospettiamo, e siamo capaci di rendere complicata anche la famosa tabellina del due. Dunque la domanda nasce spontanea: siamo noi ad essere complicate, o voi uomini ad essere troppo semplici? Se solo trovassimo un modo per venirci incontro e imparassimo, una volta per tutte, ad ascoltarci veramente, sarebbe tutto più semplice ma soprattutto vantaggioso. 

Tuttavia, gli uomini sono stati progettati per ascoltare un numero limitato di parole al giorno, e non ce la fanno a recepire la valanga di informazioni, affermazioni, domande, trepidazioni celati da silenzi che gli propiniamo noi. Di contro, noi donne, c’è da dirlo, siamo delle autentiche scassapalle e non siamo mai contente: quando finalmente incontriamo un uomo sensibile, rispettoso, disposto a subire i nostri deliri mentali, fedele, noi che facciamo? Non ci accontentiamo, spegniamo la sveglia, sperando di trovarne uno migliore nel sogno successivo. Il libro dove è scritto come capire le donne è un tomo di tremila pagine tutte bianche, tranne l’ultima in cui c’è scritto: “Volevo testare il tuo interesse nei miei confronti e capire se avevi la pazienza di arrivare fino alla fine”. Ovviamente, questa pagina non l’ha mia letta nessun uomo. 

Ma poveri uomini, c’è da capirli. Le donne ostinatamente romantiche, sono ancorate all’ideale del principe azzurro, sebbene i fatti quotidianamente ne dimostrino l’inesistenza (e per fortuna, direi); quelle più “moderne”, invece, che vivono con i piedi ben piantati per terra, hanno vissuto nell’epoca di “Ufficiale gentiluomo” e l’ancora più traviante “Pretty woman”, in cui gli uomini si innamoravano delle prostitute e prendevano tra le braccia le proprie donne mentre in sottofondo riecheggiava la dolcissima “Up where we belong”, e non riescono a rinunciare all’idea di incontrare un loro prototipo. Come può oggi un uomo competere con questo impeccabile modello? Impossibile, e ingiusto, aggiungerei. Del resto, neanche noi non siamo più disposte, (per fortuna) a rivestire il ruolo da donna tutto fare al quale gli uomini sono stati abituati e con il quale sono cresciuti, tantomeno ad essere considerate oggetti sessuali pronte a soddisfare i loro istinti in qualunque momento. E allora, non sarebbe più facile cucirci addosso il mantello invisibile dell’empatia, e provare, davvero, a metterci nei panni degli altri accettandoci per quello che siamo, senza doverci necessariamente accontentare?

La chiave di tutto, in fondo, dovrebbe essere l’amore…come dice una famosa canzone “L’amore è una cosa semplice”, così dovrebbe essere, facile, di pronto consumo, a portata di mano, senza strategie, omissioni, ritorsioni, e invece non riusciamo a rinunciare neanche ad una piccolissima parte di noi stessi, pretendiamo che siano sempre gli altri a fare il primo passo.

Come la libertà, anche la diversità è – dovrebbe essere – partecipazione. Dovremmo avere voglia di essere presenti realmente, partecipi nelle relazioni con le persone che amiamo, non solo nelle intenzioni ma anche e soprattutto con i fatti. In amore non vince chi fugge, vince chi ama.

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