Diversità è partecipazione

Catcalling e altri luoghi possibili


Si parla tanto di catcalling, ma trovo molto più fastidiosa un altro tipo di molestia (e non storcete il naso, perché qualunque forma di apprezzamento non desiderato, che sia un uomo o una donna a farlo, per me è molestia): offendere o violare la privacy di una persona. Nello specifico, mi riferisco ai messaggi che arrivano su messanger di gente mai vista, con cui non hai contatti in comune e che non sai chi sia. Messaggi che leggi anche dopo mesi, a volte anni, perchè provenendo da gente sconosciuta, non ti arriva la notifica e finiscono in un cassettino che ti ritrovi ad aprire un giorno per caso. Gente, uomini nello specifico, che si arrogano il diritto di insultarti solo perchè non gli hai risposto, cosa che non hai fatto perchè non hai letto il messaggio, ma anche quando l’avessi letto non l’avresti fatto lo stesso; messanger è casa mia e io faccio entrare chi voglio. Messaggi del genere: ciao bella. E va beh. E a seguire: come te la tiri, in fondo non sei così bella. Oppure: fatti sentire. Ma fatti sentire a chi, chi cactus sei? Ma la più bella è: se sapevo che eri una stronza, non ti scrivevo. Vi rammento che per gli incontri intimi ci sono altri canali social dichiaratamente nati per questo: respirare, avere una temperatura corporea intorno ai trentasei gradi e possedere le ovaie, non sono requisiti sufficienti per garantirvi una scopata. Ricordatevi sempre che siete usciti da una donna e non per forza dovete fare a gara per entrare in tante altre. Alla fine non si vince niente, perdete solo la dignità.

Mi dispiace come sempre per i miei amici maschi.

Mi chiamo Simona Zarcone, ho 44 anni (portati benino), abito a Palermo, sono un’insegnante di sostegno (per scelta), istruttrice di fitness, appassionata di lettura, di scrittura, del buon vino e sono single, da sempre, o almeno da quando ho dismesso le armi da seduttrice incallita

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